Promuovere la diversità
Giancarlo De Bernardi, Circolo del Cinema di Locarno
Per la prima volta i circoli del cinema ticinesi propongono una rassegna non dedicata ad un regista, ad un attore o ad una tematica specifica, bensì ad un distributore, nella fatti- specie la Sister Distribution di Ginevra. Scorrendo la lista dei film scelti si evince la qualità degli stessi. La Sister ha in catalogo film di grandi registi quali Ryûsuke Hamaguchi, Hong Sang-soo, Albert Serra, Kelly Reichardt e tanti altri. Ecco spiegato il motivo per cui si è scelto questo distributore. Sono 13 le pellicole che passeranno nelle quattro sale ticinesi. La fetta più grossa al GranRex di Locarno.
Distribuzione: il cuore della lotta del cinema tra economia e arte Il distributore è al centro della lotta storica che da sempre lacera il cinema: il conflitto tra la sua dimensione economica e quella artistica. “Il cinema ha la particolarità di essere sia un’arte, sia un’industria, fin dai suoi albori. E un’industria che ha il potere di generare un sacco di soldi. Quindi il cinema è davvero un’economia“, spiega Abel Davoine direttore della Sister Distribution. E in questo contesto, l’avidità di solito ha la precedenza sull’amore per il cinema come arte. Questa mentalità ha l’effetto di ridurre significativamente la diversità dei film offerti nelle sale cinematografiche. Invece di evolversi, tende a ristagnare e riciclare gli stessi generi che si sono affermati in passato.
Il lavoro di Sister Distribution: promuovere la diversità Fortunatamente l’istinto economico non domina interamente la sfera della distribuzione cinematografica. Qua e là persistono isole di resistenza che continuano a credere che il cinema abbia una vocazione al di là di una semplice remunerazione economica. Abel, insieme alla società Sister Distribution, sta cercando di condurre questa lotta nella regione del Lago Lemano. La società è stata fondata nel 2017 su iniziativa dei registi della società di produzione ginevrina Close Up Films, che hanno chiamato Abel Davoine a distribuire i loro film. Dopo qualche tempo, Davoine trovò più interessante rendere autonoma la sua attività. Molto rapidamente, la sua intenzione è stata chiara: dare priorità alla diversità dei film proiettati piuttosto che al loro potenziale commerciale. Per Davoine un film è molto più di un prodotto economico. “Quello che mi interessa come spet- tatore è che un film abbia una singolarità, una forza propria. Sia nella commedia che in un altro genere”. Abel Davoine è convinto che anche l’offerta possa avere un ́influenza sulla domanda, che non sia solo il mercato e le sue mode passeggere ad avere il potere di determinare il genere dei film che hanno accesso alle sale cinematografiche. (Redatto sulla base di un’intervista di Lucas Millet ad Abel Davoine pubblicata su EPIC)